lunedì 18 ottobre 2010

Isis

Voglio bene a Silvina Ocampo, le voglio bene anche se non le ho mai parlato, non le ho mai sorriso per strada né ho mai fatto un gioco insieme a lei.
La sua scrittura ha una fibra unica, come un tessuto raro che sperimenti fra le mani e non ti sai spiegare bene.
Mi piace, mi piace.  

"Isis" fa parte delle molte storie che Silvina ha scritto lungo la sua carriera dal 1937 alla fine degli anni '80 ed è diventata un libro italiano con una copertina tutta sua nel 2007 grazie all'editore Orecchio acerbo. 







In questo libro c'è una bambina che quasi non parla, ripete qualche sillaba da parole altrui, se ne sta tutto il tempo ferma alla finestra senza interessarsi ai suoi giocattoli (neppure
il caleidoscopio le fa cambiare idea!) e la gente che passa dice che è idiota.  
Il suo nome è Elisa ma la chiamano Isis, che se ci pensi è anche il nome della dea egizia.

Leggendo questa storia, un signore spagnolo che di mestiere fa i fumetti e i disegni - si chiama Pablo Auladell - deve aver incrociato lo sguardo fisso della bambina, forse si è domandato che cosa guardasse e ha voluto disegnarlo. 

Così dove Silvina ci racconta di un animale del Giardino Zoologico, "un animale che non sembrava reale" e parla di peli ed artigli, Pablo Auladell immagina anche una lunga coda e alte corna. 

In un'altra pagina del libro, dove ci sono i giocattoli di Isis, troviamo un cavallo a dondolo dalla criniera ben in riga, un bruco puzzle con la testa da umano e sul corpo tutto l'alfabeto, una bellissima bambola ed un libro: è del super signor scrittore Franz Kafka e il titolo è "Die Verwandlung" che vuol dire "la metamorfosi". Praticamente un capolavoro, ma a parte questo il punto è che Auladell ha voluto aggiungere questo particolare e arricchire così la storia di Silvina, che è proprio la storia di una metamorfosi. Come sempre io cerco di resistere e non ve la racconto per filo e per segno, se no non vale.

Silvina Ocampo abitava a Buenos Aires. Così, per curiosità , ho cercato se ci fosse uno zoo in quella città e sì, esiste fin dal 1875 in Piazza Italia. Chissà, forse a Silvina piaceva passeggiare lì intorno e forse mentre scriveva "Isis" pensava proprio a quel giardino zoologico.  





Sul sito di Orecchio acerbo troviamo il pdf del libro intero in una riproduzione di qualità non alta, adatta ad una consultazione generica e come provvisoria soddisfazione alla nostra fame: è una caramella, non la torta! Di certo non sostituisce il libro in carta e filo, colore e profumo, colla e fruscio, materia che ti sta accanto e ti assicura, voce misteriosa.




Guardando questa foto, le voglio ancora più bene.




Silvina Ocampo
Isis
trad. Francesca Lazzarato
ill. Pablo Auladell
2007

Nessun commento:

Posta un commento